Varcata la soglia della cattedrale

Varcata la soglia della cattedrale, il visitatore è accolto dalle ampie, maestose navate che accompagnano i suoi passi verso il presbiterio, culminante nell’altare maggiore sovrastato da un’alta tribuna.

L’impronta stilistica dell’interno, pur risentendo della molteplicità e della varietà degli interventi architettonici e decorativi, risulta nel suo insieme armoniosa e sobria, grazie alla costante, condivisa aspirazione a testimoniare il bene ed il vero attraverso il bello.

Su istanza dei Canonici, la Cattedrale di Rieti fu insignita del titolo di Basilica da papa Gregorio XVI, con un suo breve dato il 25 settembre 1841.

Ai pilastri che separano le navate si addossavano un tempo gli altari dei Santi più cari alla devozione popolare: San Giovanni Battista, San Michele Arcangelo, i Santi Apostoli Andrea, Giacomo e Filippo, Simone e Giuda, San Matteo Evangelista, San Biagio, San Cristoforo, Sant’Antonio Abate, Santa Lucia, San Girolamo.

A questi si aggiungevano l’altare della Concezione e quello della Natività.

Sullo scorcio dell’Ottocento, dopo che nel 1889 l’architetto camerte Agostino Luigi Cleomene Petrini aveva realizzato la nuova pavimentazione con gli eleganti cromatismi geometrici che alternano il bianco e il grigio nelle navate a cui si aggiunge un tocco di rosso nel presbiterio, il decoratore Cesare Spernazza dipinse a finto marmo le basi dei pilastri.