La cappella intitolata a San Vincenzo Ferrer accolse la Compagnia intitolata al Santo nel 1745, affinché non venisse perduta la devozione popolare fiorita presso la comunità reatina dei Padri Predicatori fino al 1739, anno in cui fu emanato dal papa Clemente XII
un decreto di soppressione verso le confraternite più cospicue del’Umbria meridionale destinandone le risorse economiche alla fondazione del brefotrofio di Narni, che avrebbe dovuto accogliere gli esposti dell’intera regione. Nella città di Rieti furono drasticamente colpite da questo provvedimento le confraternite della Madonna della Pietà, di Sant’Antonio di Padova, San Barnaba, San Bernardino, Santa Maria della Misericordia, Santa Maria del Pianto, San Pietro Martire e, appunto, San Vincenzo Ferrer.
Il vescovo domenicano Antonino Serafino Camarda offrì dunque ospitalità alla Società di San Vincenzo in questa cappella, prima a cornu Epistulae, in cui fu ricollocata la preziosa tavola a tempera su fondo d’oro eseguita nel 1528 da Lorenzo Torresani.
Lo stesso Vescovo decise di dotare la cappella di una preziosa tela commissionata al pittore e architetto reatino di origini leonessane Giuseppe Viscardi, raffigurante nel registro inferiore i guasti dei terremoti e delle conseguenti epidemie, nella fascia centrale i devoti che si affannano al soccorso dei moribondi ed al pietoso ufficio della sepoltura per le vittime, nel registro superiore la visione estatica di San Vincenzo Ferrer e della sua correligionaria, la beata Colomba da Rieti, invocati come intercessori nelle calamità. La cappella accoglie le sepolture dei vescovi Tommaso Severi patrizio reatino (+1753), Antonino Serafino Camarda, O.P. (1724-1754), Gaetano De Carli (1754-1761).