La cappella del SS.mo Crocifisso

La Visita Apostolica di monsignor Camaiani descrive così lo stato della cappella nel 1573: «(… )in altari S. Antonii de Padua, unitum […] mense capitolari et in quo adest alius titulus sub nomine relicti iuspatronatus familiare Aligerorum, cuius relicti est capellanus d. Ioannes Hieronymus Passamontis, cum onere unius misse qualibet hebdomada, statutum fuit de cruce […]».

Monsignor Mario Aligeri, già segretario del cardinale Pompeo Colonna al tempo del suo episcopato reatino, per i suoi meriti era stato associato all’antico, potente casato romano di cui aveva assunto il cognome aggiungendolo al proprio.

Fu legato pontificio in Spagna presso l’imperatore Carlo V e governatore di importanti città dello Stato Pontificio.

Eletto vescovo della diocesi reatina nel 1529 da papa Clemente VII, prese parte attiva alle sessioni di avvio del concilio di Trento.

Alla sua morte, il fratello Fabrizio, anch’egli prelato e canonico della cattedrale, provvide a collocare un grande Crocifisso ligneo velato di un drappo nero sull’altare della cappella su cui la famiglia disponeva del giuspatronato e intraprese la costruzione dell’elegante monumento funebre su cui venne disposta l’iscrizione

d.o.m.
Mario Aligero de Columna religione integritate
prudentia et Pomp. Column. card. vicecanc. liberalitate
epo. reat. qui summam nominis celebritatem
in regendis Ancona Piceno Bononia Placentia Perusia
que sub Paulo iii pont. max. auctam legationem
in Hispaniam ad Carol. V. Imp. pro concilianda
inter christ. pace illustravit Fabritius Reat. archidiac. iurecons. fratri
de se optime merito p. vix. ann. lxiii. m. iii d. xx
obiit prid. non. oct. mdlv

 

Nella parete opposta, fu collocato un cenotafio di dimensioni più contenute per fare memoria degli altri membri dell’illustre casato ormai prossimo ad estinguersi, il capostipite Serafino, magistrato a Bologna e in altre città del Patrimonio di San Pietro, il giureconsulto Camillo con il gemello Angelo, capitano delle truppe colonnesi, il giovane Ottavio, esperto di diritto civile ed ecclesiastico, morto a soli ventisei anni di età, Serafino camerario del cardinale Vitelli.

Fu proprio il carattere funerario conferito alla cappella, da poco allestita, a indurre l’arcidiacono Fabrizio Aligeri a proporre al Capitolo che qui fossero degnamente accolte le spoglie dei Santi Martiri Anzia ed Eleuterio, da poco scampate al furto sacrilego dall’abbazia suburbana.

Così con una solenne cerimonia il 12 aprile del 1562 le reliquie dei titolari dell’antica abbazia furono deposte in questa cappella della cattedrale, dove nel 1586 Mario Aligeri, nipote ed omonimo del vescovo, commissionò per un compenso di cento ducati al pittore aquilano Tobia Cicchini l’esecuzione di due tele, dedicate rispettivamente a Sant’Antonio di Padova ed ai SS. Martiri Anzia ed Eleuterio.

Le pareti e la volta della cappella furono affrescate nel 1900 dal reatino Antonino Calcagnadoro, al tempo poco più che ventenne, che vi raffigurò in un volo d’angeli i segni e i simboli della Passione.