La Cattedrale è il cuore della Chiesa diocesana: là dove batte con intensità il palpito vivo di una comunità di fede, di speranza e di carità quale è e deve essere la Chiesa particolare. A seconda delle epoche in cui è sorta, ogni cattedrale è il simbolo e lo specchio della comunità che vi si raduna. Essa è il grembo della Madre sempre feconda per la forza della Parola e la virtù dei sacramenti, sempre pronta ad accogliere tra le sue braccia la famiglia di Dio, sparsa nel territorio diocesano, per comporla nell’unità organica di assemblea santa.
Nella Cattedrale ha sede la «cattedra» dalla quale l’unico Maestro, Cristo, ha parlato e parla per la voce dei suoi vescovi «araldi della fede» (LG 25). Ed è a questa cattedra che si ricollegano tutti gli amboni (pulpiti) della diocesi, nella comunione della fede da credere e da vivere. E vi è anche l’“altare”, dove il vescovo, con il presbiterio, celebra i divini ministeri e rende manifesta e operante l’unità della Chiesa particolare, in collegamento vitale con tutti gli altari sparsi per la diocesi dove si perpetua il sacrificio che salva.
Ma la Cattedrale porta anche il segno della storicità della Chiesa presente in un luogo determinato. Pellegrina nel tempo, essa vive i dinamismi della storia camminando verso la pienezza del Regno, oltre la storia. I segni del tempo che caratterizzano i lineamenti della Cattedrale testimoniano il mistero dell’Incarnazione e sono profezie della celeste Gerusalemme, nello splendore dell’eternità.
Evidentemente né i luoghi né i tempi possono “sequestrare” Colui che è spirito: ma luoghi e tempi sono segni di ciò che è oltre; sono simboli di ciò che è altro; sono finestre aperte sull’orizzonte dell’invisibile, dell’ineffabile. In questo senso la Cattedrale, grandiosa o modesta, è questo cuore dove è dato sentire il palpito di Colui che parla e chiama, si dona e rinnova e, sempre e soprattutto, ama. E ciò attraverso i segni che, come le linee carezzevoli e rasserenanti di un volto, ci parlano di una Madre sempre vicina e sempre bella: la Chiesa.
Dall’omaggio di mons. Lorenzo Chiarinelli, vescovo emerito di Viterbo, al vescovo Domenico
nel primo anniversario dell’ordinazione episcopale e dell’inizio del ministero,
9 settembre 2016, solennità della Dedicazione della Basilica Cattedrale