Culti

SANTA BARBARA, vergine e martire
Patrona principale della città e diocesi di Rieti

Santa Barbara

Barbara, figlia di Dioscoro di Nicomedia (in Bitinia), uomo ricco e fanatico pagano, convertita al cristianesimo ne divenne ferventissima seguace. Dall’Oriente giunse con la famiglia in Italia, dove Dioscoro scelse per residenza il territorio di Numanzia (oggi Scandriglia), in Sabina. Rifiutate le nozze propostele insistentemente dal padre, fiduciario dell’imperatore e zelante persecutore di cristiani, fu rinchiusa in una torre con due finestre: Barbara ne fece aprire una terza in onore della santissima Trinità. Denunciata dal padre al prefetto Marciano, fu sottoposta a crudeli tormenti e condannata alla pena capitale unitamente alla coetanea santa Giuliana, sua amica e sorella di fede. Il padre stesso, per salvaguardare la propria reputazione, si offrì di eseguire la sentenza: Barbara fu da lui decapitata, presso il tempio di Helios in territorio sabino, sotto l’impero di Massimiliano Erculo (290 d. C.). Secondo la tradizione agiografica, Dioscoro, appena compiuto l’orribile delitto, venne incenerito da un fulmine.

La venerazione reatina verso santa Barbara risale al X secolo, allorché, durante le invasioni dei saraceni in Sabina, gli abitanti di Rieti, preoccupati dello stato d’abbandono del santuario di Scandriglia, nel quale erano conservate le spoglie mortali della martire, organizzarono una spedizione per trasportarne il corpo nella loro città, ove le reliquie vennero solennemente accolte sotto l’altare maggiore tra i corpi dei santi martiri Felice e Giuliana. Nel 1365 il comune di Rieti decretò, in accordo con l’autorità ecclesiastica, la celebrazione del 4 dicembre come giorno festivo di precetto. Il 1 dicembre 1377 papa Gregorio XI confermò il culto e concesse alla Chiesa reatina particolari indulgenze per la festa della santa patrona. Nel 1651 fu intrapresa la realizzazione della cappella a lei dedicata all’interno della Basilica Cattedrale. Il 27 aprile 1806, in seguito alla ricognizione delle reliquie della martire, venne consacrato dal vescovo Marini il nuovo altare maggiore e le sue spoglie mortali ivi definitivamente collocate.

Secondo l’attuale calendario liturgico della Chiesa di Rieti, la ricorrenza del 4 dicembre ha il grado di solennità in città, di festa nel resto della diocesi.

 

MADONNA DEL POPOLO
Compatrona della città di Rieti

Cattedrale-di-Rieti-Madonna-del-Popolo

La tradizione reatina conserva da secoli la devozione verso la Madonna del Popolo, legata alla venerazione dell’antico affresco conservato nella Basilica Cattedrale di Santa Maria, che a tutt’oggi si ammira nella cappella a sinistra dell’altare maggiore. Risale al medioevo la consuetudine dell’offerta dei ceri all’immagine mariana, che fu detta «dell’Assunta» a partire dal 1349, anno in cui tale gesto di pietà fu trasferito alla giornata del 15 agosto. Nel 1625 una congregazione, appositamente costituita, stabilì la celebrazione della festa mariana per il Lunedì dell’Angelo e diede inizio alla pia usanza della processione per le vie cittadine. Tuttora, nell’ottava di Pasqua, si svolge in Cattedrale la festa in onore della Madonna del Popolo, con la processione mariana nella quale si porta una copia della venerata icona.

In Maria si contempla l’immagine perfetta del popolo cristiano. Figlia di Sion, ella è «dal popolo», prescelta da Dio in mezzo a Israele, e per il nuovo popolo di Dio la Madre di Gesù è segno e modello: infatti, «come in cielo, in cui è già glorificata nel corpo e nell’anima, costituisce l’immagine e l’inizio della Chiesa che dovrà avere il suo compimento nell’età futura, così sulla terra brilla ora innanzi al peregrinante popolo di Dio quale segno di sicura speranza e di consolazione» (Lumen gentium, n. 68).