È stata celebrata in Cattedrale dal vescovo Domenico la messa nella prima domenica di Quaresima. Una celebrazione che ha compreso anche il rito di ingresso di don paolo Maria Blasetti quale parroco delle parrocchie di Santa Maria in Cattedrale e Santa Lucia
Primo consiglio pastorale congiunto, lunedì 27 febbraio, per le parrocchie di Santa Maria in Cattedrale e di Santa Lucia, che dallo scorso 25 gennaio, per volere di mons Domenico Pompili, costituiscono un’unità pastorale retta da don Paolo Maria Blasetti. All’ordine del giorno della seduta c’era appunto la definizione degli ultimi dettagli relativi alla celebrazione dell’inizio del ministero pastorale del sacerdote, che in realtà è attivo in entrambe le parrocchie affidate alle sue cure, rispettivamente, dal 27 novembre e dal 25 dicembre.
A causa della forte scossa di terremoto del 30 ottobre, che aveva determinato la chiusura di Santa Maria per quasi due mesi, don Paolo era stato esentato per decreto dai riti di immissione in possesso, ma nel frattempo l’unione della Cattedrale con Santa Lucia ha fatto maturare l’esigenza, fortemente sentita dal vescovo Domenico, di solennizzare liturgicamente l’inizio del suo lavoro alla guida della neonata unità pastorale.
Si è celebrata così il 5 marzo la messa inaugurale. Una liturgia svolta in nobile semplicità, come indicato da mons. Pompili durante l’incontro con gli operatori pastorali, svolta il giorno precedente, e presieduta dallo stesso don Domenico, anche perché compresa nel ciclo delle messe quaresimali del vescovo.
A curare l’animazione è stata la Schola Cantorum “Chiesa di Rieti”, mentre i vari aspetti organizzativi hanno visto la felice collaborazione di tutte le componenti parrocchiali, a cominciare dalla presenza preziosa delle due case religiose delle Clarisse apostoliche e dell’Istituto “Divino Amore”.
Un clima di apertura e partecipazione allargato anche a due realtà assai care a don Paolo e da lui esplicitamente indicate come facenti parte, ai suoi occhi, dell’unità pastorale: la Comunità di recupero “Emmanuel” e la Casa circondariale di Rieti, di cui il sacerdote è cappellano da diversi anni. Entrambe le realtà erano presenti con delle rappresentanze alla cerimonia, insieme ai parrocchiani di Santa Lucia e Santa Maria: «ambienti diversi – ha sottolineato don Paolo – ma tutti sono Chiesa e insieme debbono camminare verso il Regno». Dal sacerdote arriva cioè l’invito a un clima di comunione, grazie al quale «il territorio entra nel carcere e nella comunità, e la comunità e il carcere diventano visibili e concreti nel territorio».
Quanto al parroco, ha detto quasi programmaticamente don Paolo, ha il compito di sparire completamente, per lasciare solo la parola: «che il parroco diventi sempre più evanescente, e resti la comunità parrocchiale».